Model: Lucrezia Mori
Model: Livia Bono
Model: Ileana Del Sole
Model: Samira Coluccino
Model: Livia Bono
Model: Veronica Lido
L’immagine è un omaggio e una rilettura: la tensione narrativa di Intrigo internazionale di Alfred Hitchcock si fonde con l’ironia teatrale e il potere femminile delle messe in scena di Helmut Newton, in particolare Female Running from Biplane, Go Go Boots.
Qui, però, la fuga non avviene: la protagonista non scappa, non si piega alla minaccia. Rimane, radicata come se il cielo fosse suo e il volo dell’aereo facesse parte di un copione già scritto. Una scena mai vissuta, ma pronta a esistere.
Model: Laura Fontana - Credit: Andrea Vagnarelli
Accanto a lui, una giraffa – figura surreale – interrompe la logica della realtà, introducendo una presenza simbolica. Il suo sguardo alto e distante diventa la proiezione di una coscienza che osserva da altrove, forse dall’interno.
In questa convivenza silenziosa tra uomo e animale si manifesta la tensione fra il terreno e l’elevato, fra la chiarezza e l’opacità, fra ciò che si comprende e ciò che resta oltre la nebbia.
La giraffa diventa così il simbolo di un’osservazione che supera la vista fisica — una forma di lucidità emotiva, fragile ma necessaria, che illumina il confine tra il reale e l’interiore.
Non c’è movimento, ma un lento scorrere del tempo interiore: l’attimo in cui lo sguardo si rivolge verso se stesso.
Se in Guilty Mind la prigione era mentale e soffocante, qui l’apertura è verticale: lo sguardo si eleva, ma resta confinato nel sogno. È un varco verso l’alto che non promette fuga, ma consapevolezza.
L’immagine si offre come un autoritratto psichico, un momento di sospensione in cui la realtà diventa visione e la visione, memoria di qualcosa che forse non è mai accaduto — una scena non vissuta, ma profondamente sentita.
Model: Laura Fontana
La figura — femminile ma universale — non è tanto minacciata da un pericolo esterno quanto da se stessa.
Il muro alle spalle diventa una metafora della pressione interiore, del sentirsi costretti in un ruolo, in una versione di sé che non si riesce più a sostenere.
L’abbigliamento incompleto, l’espressione diretta ma vuota, e la postura sospesa tra sfida e resa, suggeriscono un momento di vulnerabilità esposta.
C’è un’energia di resistenza silenziosa: la figura non scappa, ma affronta il proprio confinamento.
La luce verdastra e sporca amplifica la sensazione di alienazione, come se lo spazio appartenesse a un sogno tossico o a un ricordo alterato.